Teatro

Fiona May attrice: ''Contro il razzismo''

Fiona May attrice: ''Contro il razzismo''

L'atleta gira la serie Rai «Butta la luna», in otto puntate: «Quando mi hanno chiesto di fare la protagonista stavo per svenire». L’ultima gara che ha fatto non le è piaciuta: ai campionati mondiali di Helsinki nell’agosto scorso, Fiona May, la pluridecorata saltatrice in lungo, non è riuscita a raggiungere la finale. Ricorda con stizza: «Ho gareggiato male, forse non ero in forma. Per ventitré anni ho vinto tutto quello che potevo vincere, mi sono spremuta le gambe. Ma quel giorno ho pianto e ho deciso di cambiare mestiere». Da atleta ad attrice il salto è davvero lungo. Racconta: «Mentre stavo pensando a cercare un altro lavoro, mi arriva la telefonata di un regista, che all’epoca conoscevo solo di nome». Quel regista era Vittorio Sindoni, che firma anche la sceneggiatura, con Patrizia Carrano, della fiction in 8 puntate «Butta la luna» (su Raiuno l’anno prossimo, nel cast anche Chiara Conti e Gianpaolo Morelli), tratta dal romanzo omonimo di Maria Venturi e prodotta da Raifiction con Ldm comunicazione. Riprende: «Mi veniva offerto il ruolo di protagonista, momenti svenivo: un sogno che mi sembrava impossibile. Il mio unico precedente era stato sul set di una pubblicità televisiva per una famosa marca di cioccolato. Potevo mai immaginare di diventare attrice?». Fiona è una bella donna di colore, nata 36 anni fa in Inghilterra da genitori giamaicani. È sposata con un ex atleta italiano, Gianni Iapichino, da cui ha avuto una bimba, Larissa di 3 anni. Racconta: «Mio marito era preoccupato: "Non sei un’attrice e non conosci bene l’italiano!". Quando ho letto il copione, mi è piaciuto talmente tanto, che non ho potuto rifiutare. Sono felice di veicolare un messaggio antirazzista: siamo tutti uguali!». In effetti, la storia sembra ritagliata su di lei. Alyssa Calangida, il suo personaggio, è una nigeriana che, nel suo paese, ha avuto una storia d’amore con un italiano (interpretato da Giuliano Gemma). Quando si accorge di essere incinta, lui è già tornato al suo paese in Calabria. Alyssa parte con la sorella parte per l’Italia e iniziano le sue disavventure. Anticipa Fiona: «Il padre della bambina che porta in grembo non vuole riconoscerla. Arriva il momento del parto e l’eroica Alyssa decide di restare in Italia, trovare un lavoro e crescere la figlia, che è chiarissima di carnagione». Talmente chiara, praticamente bianca, che un giorno, mentre la donna si trova alla stazione Termini di Roma, viene sospettata da poliziotti e passanti di averla rapita. Da qui, una serie di guai per la povera nigeriana: non avendo un lavoro fisso e vivendo in un sottoscala, è costretta a ingaggiare una lunga battaglia con il tribunale dei minori, per ottenere l’affidamento della piccola. Rivela l’ex saltatrice: «Quando Gianni ed io abbiamo deciso di sposarci, i nostri genitori, pur essendo molto felici e pur sapendo che abbiamo entrambi caratteri forti, ci hanno messo in guardia dai problemi che avremmo potuto avere noi e i nostri figli. Avete presente il film "Indovina chi viene a cena?"». E i problemi ci sono stati? Ribatte: «Beh, da ragazzina in Inghilterra, ho subito vari episodi di discriminazione. Ma qui in Italia ci vivo benissimo, anche se devo ammettere che il giorno in cui sono uscita dalla clinica dove avevo partorito, portando fiera in braccio la mia bambina, anche lei molto chiara di pelle, ho visto qualche sguardo dubbioso intorno. Devono aver pensato che non fosse mia figlia». Dunque la neoattrice si è profondamente immedesimata nel personaggio. Aggiunge: «Sì, solo che io sarei molto più cattiva di Alyssa: se qualcuno tentasse di strapparmi Larissa, mi opporrei non solo legalmente, ma fisicamente, con calci e pugni». Fiona ha una grinta, una forza interiore che usa in tutte le sue attività, da quella di mamma a quella di attrice. Confessa: «Mi sono preparata al nuovo impegno con una sorta di training. Mio marito è stato il mio allenatore anche stavolta, come quando gareggiavo». Conferma Sindoni: «È cocciuta e allenata alla fatica. Ho pensato subito a lei per questa fiction, che tuttavia, avendo per protagonista una donna di colore, ha sollevato qualche polemica in Cda Rai, con il voto contrario della consigliera della Lega». Ribatte Giovanna Bianchi Clerici, chiamata in causa: «Non ho votato contro per problemi di pelle scura, ma per il copione stereotipato, pieno di luoghi comuni, facilone e buonista». È ostinata Fiona: «Per esercitarmi, prima ho letto e parlato molto in italiano. Poi ho cercato di entrare nel personaggio cercando di capirne a fondo i sentimenti. I miei modelli? Adoro Denzel Washington, ma sono affascinata molto anche dagli attori italiani: da Totò a Vittorio Gassman, dalla Ferilli a Francesca Neri». Sul set, in questi giorni a Roma, sta imparando i ritmi e soprattutto a non aver paura della telecamera: «Ci vuole molta più lucidità, che in atletica. Le prime settimane mi veniva spesso il mal di testa. Ora ho imparato ad accendere e spegnere l’interruttore della concentrazione. Però, dopo aver girato tutta la giornata, ho bisogno di correre per svuotare la mente: almeno un’ora e mezzo». Afferma di non aver nostalgia per la carriera che si è lasciata alle spalle ed è traboccante d’entusiasmo per la nuova carriera che le si schiude davanti. Però poi ammette: «In atletica, il risultato dipende solo da te e tutto è molto concreto. Il mondo dello spettacolo è tutto un po’ finto... effimero».